domenica 27 maggio 2018

Gravity

“Oh, Gravity is woriking against me
Andr Gravity wants to bring me down"


Si può decidere di amare o odiare? O siamo semplicemente il frutto di una valanga di emozioni scivolate fuori dagli argini di un'intera vita, come un fiume in piena?

La casa torna ad essere vuota. Forse persino troppo silenziosa per certi aspetti.Si sofferma ad ascoltare il suo respiro e null'altro prima di decidersi a raggiungere i fornelli per preparare svogliatamente qualcosa. Il rumore della padella che stride contro il fornello è un rumore che rompe la quiete iniziale e infastidisce i sensi portandola tuttavia alla realtà che la circonda. 
Non sa spiegarsi cosa sia successo esattamente. SA soltanto che parole e gesti hanno il peso di un passato tornato a travolgerla senza mezze misure. 
E' cambiato. Sono cambiati entrambi. 
Faticano a riconoscerci ma si ritrovano nello stesso istante di uno sguardo prolungato, senza doversi ulteriori scuse o spiegazioni. 
Non potrebbe mai odiarlo per ciò che è successo. Ha fatto le sue scelte e le rispetta, così come lei ha fatto le suie, a suo tempo. 
I primi pezzi di cipolla cominciano a scurirsi nell'olio gettato a filo in padella. L'odore riempie la stanza ma gli occhi finiscono col seguire la direzione del viso rivolto in direzione del salotto. Del divano. Le labbra si stringono un istante e l'attenzione vira verso quelle due bottiglie di birra svuotate quasi per intero, con quel liquido ambrato andato a scaldarsi col trascorrere delle ore. 
Sarebbe potuta andare diversamente. I pensieri cozzano con la volontà. Eppure le labbra tornano a piegarsi in un sorriso nato sulla scia di immagini tornate a sovraccaricare la mente affossata in un rinnovato silenzio. 
Quante cose sono cambiate. 
L'olio viene lasciato lì per qualche istante ancora prima che il fornello venga effettivamente spento. Perché mangiare quando non si ha affatto fame? Soffia un leggero sbuffo dalle narici e si muove verso il tavolinetto della sala a recuperare i resti della sera prima. Il lettore dvd è tornato sui titoli iniziali, pronto a riprodurre ancora lo stesso film della notte trascorsa. La trama si è persa chissà dove, nei meandri di una moltitudine di pensieri riusciti a surclassare la reale volontà di dedicarsi a quello stesso video proiettato sul monitor LCD. Afferra le due birre per il collo della bottiglia e le getta nell'immondizia non prima di aver tolto la condensa da una sola delle due, con l'indice della mano buona. Non è una scelta casuale. Si sfiora le labbra e socchiude gli occhi immersa in un ennesimo pensiero frustrante, tra parole non dette e situazioni spezzate violentemente.Rinnega sé stessa, forse. 
Senza la fame a stringere lo stomaco non può che optare per ritornare in camera e recuperare da terra gli abiti abbandonati lì da chissà quanti giorni. Li recupera svogliatamente assieme a qualche flaconcino vuoto di pasticche, giusto per fare un po' di ordine e nulla più. Il letto. Quello no. Per qualche motivo decide di lasciarlo disfatto in quel disordinato groviglio di lenzuola chiare e pulite, intrise di un odore piacevolmente leggero. 
Apre la finestra e la luce scivola dentro la stanza ad illuminare quello stesso muro su cui lo sguardo spesso torna a perdersi in un gioco di luci ed ombre. 
Ma ora ha bisogno di spazio. Ha bisogno di luce. Ha bisogno di vita. 
Sorride di un'insolita leggerezza sul limite di una riflessione che ne condiziona l'umore, in contrasto con un'espressione a tratti semplicemente pensierosa...

"Sei… casa mia. Come io la tua… Non importa cosa scegli. Ogni strada ti riporterà a me. Quando vorrai, sempre..."
"Sei parte di me. E non riesco a non pensarci... "



DEDICA SONORA



mercoledì 9 maggio 2018

maggio 09, 2018 - ,,, No comments

Ritrovarsi

“Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu scelga, ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male.”

In questo caso sono stata io a cercare. Ho cercato il passato. Ho cercato il presente. E probabilmente sto cercando le basi per un futuro. Quanti insulti e quante parole ho accumulato alla bocca dello stomaco, ma nessuno di questi si è fatto coraggio per uscire.



Scuote il capo un'altra volta e chiude gli occhi per un secondo, come a ritrarre un'idea, un immagine, che profuma del legno cerato delle scale nuove, a Bethesda. Il fascio di stoffa dello zaino a spalle. Sua Madre che urla. Suo Padre che non c'è. E poi lei, sua sorella. Non ricorda cosa stesse facendo. Sa che c'era. Quanto basta. Gli occhi speronano di potenza, nuovamente, la realtà, a fendere e fondere ogni ostacolo, fino a quelli dell'altra, baluginano di una certa commozione, e al contempo strepitano di palese incertezza:»...Nicole?« è tutto quello che riesce a dire, fra la meraviglia e un oppressione cangiante, che rende il Cuore una pompa di veleno, che stappa una rimanenza che nemmeno sapeva di avere. Un viatico per la sua Famiglia. Non dice altro. Non si muove ancora.» 


 Gli occhi azzurri cominciano ancora una volta a scorrere su ogni singolo lineamento del viso altrui, lì dove il tempo ha spinto il corpo del fratello a mutare e forgiarsi sulla scia di uno sviluppo fisiologico. Tratti più spigolosi, voce più bassa e sguardo severo sono alla base di una novità che i propri occhi e le proprie orecchie si soffermano a conoscere e memorizzare. Fa quasi male, per certi versi, aver perso per strada buona parte di quegli anni che li hanno visti separati, per scelta altrui. Ed è proprio quest'ultima a far nascere, dalla bocca dello stomaco, un fastidio che evolve in qualcosa di più violento ed innato, non dissimile dall'astio che si prova nei confronti di una forzatura» Arthur. «E se lui ha pronunciato il proprio nome con quell'indiscussa incertezza, lei di certezze sembra averne fin troppe ormai. L'ha cercato e trovato.  


Mi dispiace 

Avevo la bocca dello stomaco piena di insulti... «lo mormora piano, sulla scia di quella che sarebbe dovuta apparire come una minaccia morta a ridosso delle scuse pronunciate da lui» Stai bene...


 Si. Per la prima volta in diciannove anni. « conferma, su quella constatazione che svaria nel circondario. Il capo reclinato sulla spalla mancina altrui, rigirato appena verso l'interno, pregno del profumo di lei, del calore di lei. 
 

DEDICA SONORA