lunedì 27 agosto 2018

Instinct

“Instinct is a marvelous thing. It can neither be explained nor ignored.”
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Dinanzi allo specchio c'è il suo riflesso. Lo osserva con attenzione, in ogni più piccolo dettaglio, ripercorrendo poi di lì a breve la natura di quei segni sul collo, carezzati dal tocco leggero delle dita. Non li aveva notati prima di adesso ed è forse per questo che ne sorride. Li tampona con un velo di fondotinta, quel tanto che basta a dare a questi una parvenza di copertura, così da esser realmente pronta ad uscire da casa. Recupera il telefono e butta uno sguardo agli ultimi messaggi, soprattutto ad uno di questi a cui ha dimenticato sbadatamente di rispondere. Lo rilegge e sospira. La risposta si dimostra essere più breve di quanto vorrebbe, frutto di una scelta che ne condiziona i pensieri portandola a stringere le labbra in un gesto istintivo. Scrive. Poi cancella. Scrive ancora. Ne cancella solo una parte e dunque invia con lo sguardo di chi nutre una qualche sorta di speranza positiva. Quello che invece la porta a reagire istintivamente con una risata è il messaggio successivo. Il mittente è un altro stavolta. Probabilmente quell'uomo è la persona meno seria che conosca al momento, ma questo di fatto sembra non essere per niente un problema. Dopo quello che è successo sarebbe stato strano avere la sua indifferenza e freddezza. Ci sono ancora parecchie cose che non si spiega. Ha reagito d'istinto e questo, da una parte, sembra destare quella preoccupazione latente che la spinge ad alzare lo sguardo, ritrovandosi stavolta ad osservare il riflesso sullo specchio dell'ascensore che la riporta verso il piano terra. Ha raggiunto la porta di casa, l'ha aperta e se l'è richiusa alle spalle dopo un paio di mandate di una delle chiavi del mazzo che ancora tiene nella mano sinistra. Ha fatto tutto con un invidiabile automatismo, colta da quella serie di immagini e parole che hanno spinto la mente a dissociarsi dalla realtà per un lungo minuto. O forse persino di più. Osserva il proprio riflesso e sorride. Già. Sorride. Non le capitava da un po' in effetti... Non in maniera così genuina quantomeno. Apre la porta dell'ascensore e scende, diretta verso le strade di una città ancora immersa in un caldo fuori dal normale. L'aria diviene soffocante sin da subito. Si ferma sulla soglia del portone del palazzo richiamata inevitabilmente dall'arrivo di un messaggio. E in fin dei conti se la aspettava una risposta del genere... Come dargli torto? La giustificazione che gli regala in risposta a quell'sms è piuttosto banale. Ma in fin dei conti ricalca una realtà che non ha bisogno di ulteriori dettagli. Rimette il telefono in tasca, adocchia la strada e infine la imbocca in direzione della fermata dello stradding bus. E se dovesse incontrare di nuovo quella vecchia signora del giorno prima? Potrebbe persino fermarsi a parlarle di quanto la vita sia strana. Per molti versi caotica. Ma probabilmente le racconterebbe anche di quanto il suo "sortilegio" abbia funzionato, trovando ancora più probabilmente lo sguardo interdetto di una signora avanti con gli anni e l'espressione di chi non potrebbe mai capire il senso di quelle parole assurde. 

martedì 21 agosto 2018

Selfishness

L'egoismo è la più sacra e la più certa tra le leggi della natura.

Recupera giusto un altro paio di indumenti e li infila nel borsone ritrovandosi poi a chiudere la cerniera. Un ultimo sguardo alla casa 
 Messaggio ricevuto da Simon Lowell il giorno Giovedì, 2 Agosto 2027 alle ore 14:40
Sarò sempre al tuo fianco, nel bene e nel male. Sei parte di me, del mio cuore, della mia vita e della mia anima e farò il possibile per farti stare bene. A qualsiasi costo. 

Passano le ore. Passano i giorni. Passano le settimane.
Potrebbe dire di esser tornata a respirare, ma sa perfettamente quanto mentirebbe a sé stessa. E' bastato un messaggio a farla crollare di nuovo in un oblio di pensieri e rabbia. 
"Sciocca assassina". Il pensiero la tormenta e le toglie il sonno al punto da supplicar Simon di recuperare dei sonniferi per dormire.Un tris di pasticche e la notte finalmente arriva più buia di molte altre affrontate sino ad oggi. E forse è un bene. 
Nel buio nulla è chiaro. Nell'oscurità tutto è uguale.

"Io so chi ero. So chi sono.
E so chi sei tu per me.

E lo resterai sempre, fin nel midollo."

Sono parole che scoppiano in testa e non se ne vanno neppure adesso che il telefono si è estinto dietro la volontà del fratello, senza se e senza ma, disperdendo nel nulla numeri e messaggi. 
Rientra a casa quando ormai è notte, con la casa insolitamente deserta e una voce fatta correre nel corridoio a caccia di una conferma. Lui non c'è. Non c'è il tempo né la voglia di farsi domande o cercare risposte. Sarà a divertirsi fuori, com'è giusto che sia, lontano dalla logorante realtà di una sorella incapace di risollevarsi. Si toglie di dosso la polvere e comincia a spogliarsi degli abiti che l'hanno vista sistemarsi in virtù di un incontro tranquillo, di quelli che aiutano l'anima a sorridere di nuovo. 
Apre l'acqua calda ed entra in doccia beandosi di un tepore che scalda il corpo, a dispetto delle alte temperature di Philadelphia. E' un tepore differente, di quelli che allentano la tensione e sciacquano via i pensieri di troppo. 
Se solo Aaron sapesse. 
Se la corazza fosse crollata, tutto sarebbe andato diversamente. La serata sarebbe potuta degenerare in pochi singoli istanti sulla scia di quelle poche parole nate per scherzo. "Sei stata una madre migliore di tante nello spazio di una canzone... "
Buffa la vita quando si prende gioco delle persone. 

Fortuna che quel Womanizer l'ha fatta sorridere. Lo ha fatto davvero, a dispetto di tutto e di tutti. 

giovedì 26 luglio 2018

Caos

Toglie il tappo da uno dei tanti flaconcini arancioni lasciati in giro, per casa, e senza pensarci troppo su si ritrova ad ingurgitare alcune di quelle pasticche su cui i propri occhi neppure si fermano per un rapido conteggio. Deglutisce e si muove a piedi nudi a recuperare il cellulare. L'umore è quello che è. La voglia di affrontare una nuova giornata è scivolata via assieme a quell'ultimo sospiro lasciato filtrare dalle labbra. Ripensa alle scelte fatte. Ripensa agli errori commessi. E stavolta non ne sorride...
Stavolta tutto le è costato più caro di quanto potesse mai immaginare. Ed allora non resta che scorrere qualche messaggio e perdersi per qualche istante dietro quel fiume d'affetto incondizionato. Strano. Per molti versi immorale. Ma estremamente profondo e istintivo.  


Messaggio ricevuto da Simon il giorno 25 Luglio 2018 alle 18:16
Sei mia sorella, Nicky. Al di là di tutto, al di là d'ogni altra cosa, rimani e sempre rimarrai sangue del mio sangue e meriti che io stia al tuo fianco tanto nei momenti belli, quanto nei momenti difficili.
Vali ogni singolo secondo passato insieme.

Ed ancora scorre i messaggi. Uno ad uno. Cambia il mittente e la mente crolla.


"Cos'è un ordine se non un desiderio affogato di violenza?"

venerdì 15 giugno 2018

giugno 15, 2018 - , No comments

Voragine


 ... E' come cadere nel vuoto, 
con la consapevolezza di non aver sotto di sé 
nessun fondo su cui poter finalmente 
spegnersi in un tonfo sordo ...



[...]
Qualcosa di nostro forse resterà
 Qualcosa che toglie ossigeno dall'aria
 Vorrei che prima di arrenderci
 Ci fosse ancora un battito
E il tempo di guardarci andare
 Qualcosa di questo fuoco resterà
La cosa che toglie ossigeno dall'aria
 Vorrei tornare a riprenderti
ma siamo solo un battito
 Un viaggio che sta per finire



Come una voragine si è aperta qui
Tra la dolcezza e la serenità
E non si può comprendere
Come una vertigine ti abbraccerà
Quando ormai credi che sei troppo in là
Fuori da qui
[...]

(Samuel - Qualcosa)


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mercoledì 6 giugno 2018

Oblio


La notte si è estinta dietro il bisogno di tornare a casa ormai alle prime luci dell'alba, con la sola necessità di chiudersi nel proprio appartamento e affossare il viso tra i cuscini.

Pensare fa male.
Logora l'animo e inquina la mente. 
Il cuore è l'unico esente da questo tripudio di sensazioni, perso per la sua strada, senza la benché minima volontà di ritrovare sé stesso. 

L'ennesimo flaconcino, ormai vuoto, rotola a terra giù dalle coperte, smosse dal movimento leggero delle proprie gambe. Il dolore la assilla. Si irradia dalla spalla e si estende verso il resto del corpo in un penetrante fastidio che la mente non riesce ad isolare, cronicizzandolo. 
Ma forse non è la spalla a far così male stavolta. E' lo scorrere dei giorni. E' l'inevitabile desiderio che tutto prenda una piega diversa pur essendo indipendente dalle sue decisioni, così come dai suoi desideri. 

E' uno specchio di sangue destinato ad incrinarsi e crollare in mille pezzi. 
Lo sa lei. Lo sa anche lui.

Ma nulla cambia. La volontà di prendere un respiro sembra divenuta quasi un'esigenza per sottrarsi a quel mondo sovraccarico di dubbi. Si è dedicata una birra in un pub vicino al Walt Whitman Bridge, in compagnia di qualcuno che, seppur per poco tempo, si è rivelato una figura interessante. Insolita, forse... Ma pur sempre interessante. 
Si ostina a rigirarsi tra le coperte umide di un sudore che l'ha vista agitarsi in un sonno distante.Risuonano in testa parole su parole. 

Quale folle pensiero potrebbe lusingare una preda nel sapersi nelle mire di un predatore?


Quello che apparterrebbe ad una preda poco saggia di certo ... o ad un animale che ha modo di vedere le cose con diverse prospettive. 


Sono quelle diverse prospettive a dare probabilmente a quell'animale una chance di vita. Una vita segnata di istinto e violenza.


Istinto e Violenza. L'accoppiata perfetta per distruggere sé stessi. 
Un sorriso nasce spontaneo sulle labbra, spingendola ad allungarsi in direzione del comodino su cui è stato lasciato il telefono. Lo prende e scrive un messaggio. Un messaggio ben preciso. Sa che lui capirà e le chiederà di vedersi. 

E' il momento di cambiare.


domenica 27 maggio 2018

Gravity

“Oh, Gravity is woriking against me
Andr Gravity wants to bring me down"


Si può decidere di amare o odiare? O siamo semplicemente il frutto di una valanga di emozioni scivolate fuori dagli argini di un'intera vita, come un fiume in piena?

La casa torna ad essere vuota. Forse persino troppo silenziosa per certi aspetti.Si sofferma ad ascoltare il suo respiro e null'altro prima di decidersi a raggiungere i fornelli per preparare svogliatamente qualcosa. Il rumore della padella che stride contro il fornello è un rumore che rompe la quiete iniziale e infastidisce i sensi portandola tuttavia alla realtà che la circonda. 
Non sa spiegarsi cosa sia successo esattamente. SA soltanto che parole e gesti hanno il peso di un passato tornato a travolgerla senza mezze misure. 
E' cambiato. Sono cambiati entrambi. 
Faticano a riconoscerci ma si ritrovano nello stesso istante di uno sguardo prolungato, senza doversi ulteriori scuse o spiegazioni. 
Non potrebbe mai odiarlo per ciò che è successo. Ha fatto le sue scelte e le rispetta, così come lei ha fatto le suie, a suo tempo. 
I primi pezzi di cipolla cominciano a scurirsi nell'olio gettato a filo in padella. L'odore riempie la stanza ma gli occhi finiscono col seguire la direzione del viso rivolto in direzione del salotto. Del divano. Le labbra si stringono un istante e l'attenzione vira verso quelle due bottiglie di birra svuotate quasi per intero, con quel liquido ambrato andato a scaldarsi col trascorrere delle ore. 
Sarebbe potuta andare diversamente. I pensieri cozzano con la volontà. Eppure le labbra tornano a piegarsi in un sorriso nato sulla scia di immagini tornate a sovraccaricare la mente affossata in un rinnovato silenzio. 
Quante cose sono cambiate. 
L'olio viene lasciato lì per qualche istante ancora prima che il fornello venga effettivamente spento. Perché mangiare quando non si ha affatto fame? Soffia un leggero sbuffo dalle narici e si muove verso il tavolinetto della sala a recuperare i resti della sera prima. Il lettore dvd è tornato sui titoli iniziali, pronto a riprodurre ancora lo stesso film della notte trascorsa. La trama si è persa chissà dove, nei meandri di una moltitudine di pensieri riusciti a surclassare la reale volontà di dedicarsi a quello stesso video proiettato sul monitor LCD. Afferra le due birre per il collo della bottiglia e le getta nell'immondizia non prima di aver tolto la condensa da una sola delle due, con l'indice della mano buona. Non è una scelta casuale. Si sfiora le labbra e socchiude gli occhi immersa in un ennesimo pensiero frustrante, tra parole non dette e situazioni spezzate violentemente.Rinnega sé stessa, forse. 
Senza la fame a stringere lo stomaco non può che optare per ritornare in camera e recuperare da terra gli abiti abbandonati lì da chissà quanti giorni. Li recupera svogliatamente assieme a qualche flaconcino vuoto di pasticche, giusto per fare un po' di ordine e nulla più. Il letto. Quello no. Per qualche motivo decide di lasciarlo disfatto in quel disordinato groviglio di lenzuola chiare e pulite, intrise di un odore piacevolmente leggero. 
Apre la finestra e la luce scivola dentro la stanza ad illuminare quello stesso muro su cui lo sguardo spesso torna a perdersi in un gioco di luci ed ombre. 
Ma ora ha bisogno di spazio. Ha bisogno di luce. Ha bisogno di vita. 
Sorride di un'insolita leggerezza sul limite di una riflessione che ne condiziona l'umore, in contrasto con un'espressione a tratti semplicemente pensierosa...

"Sei… casa mia. Come io la tua… Non importa cosa scegli. Ogni strada ti riporterà a me. Quando vorrai, sempre..."
"Sei parte di me. E non riesco a non pensarci... "



DEDICA SONORA



mercoledì 9 maggio 2018

maggio 09, 2018 - ,,, No comments

Ritrovarsi

“Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu scelga, ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male.”

In questo caso sono stata io a cercare. Ho cercato il passato. Ho cercato il presente. E probabilmente sto cercando le basi per un futuro. Quanti insulti e quante parole ho accumulato alla bocca dello stomaco, ma nessuno di questi si è fatto coraggio per uscire.



Scuote il capo un'altra volta e chiude gli occhi per un secondo, come a ritrarre un'idea, un immagine, che profuma del legno cerato delle scale nuove, a Bethesda. Il fascio di stoffa dello zaino a spalle. Sua Madre che urla. Suo Padre che non c'è. E poi lei, sua sorella. Non ricorda cosa stesse facendo. Sa che c'era. Quanto basta. Gli occhi speronano di potenza, nuovamente, la realtà, a fendere e fondere ogni ostacolo, fino a quelli dell'altra, baluginano di una certa commozione, e al contempo strepitano di palese incertezza:»...Nicole?« è tutto quello che riesce a dire, fra la meraviglia e un oppressione cangiante, che rende il Cuore una pompa di veleno, che stappa una rimanenza che nemmeno sapeva di avere. Un viatico per la sua Famiglia. Non dice altro. Non si muove ancora.» 


 Gli occhi azzurri cominciano ancora una volta a scorrere su ogni singolo lineamento del viso altrui, lì dove il tempo ha spinto il corpo del fratello a mutare e forgiarsi sulla scia di uno sviluppo fisiologico. Tratti più spigolosi, voce più bassa e sguardo severo sono alla base di una novità che i propri occhi e le proprie orecchie si soffermano a conoscere e memorizzare. Fa quasi male, per certi versi, aver perso per strada buona parte di quegli anni che li hanno visti separati, per scelta altrui. Ed è proprio quest'ultima a far nascere, dalla bocca dello stomaco, un fastidio che evolve in qualcosa di più violento ed innato, non dissimile dall'astio che si prova nei confronti di una forzatura» Arthur. «E se lui ha pronunciato il proprio nome con quell'indiscussa incertezza, lei di certezze sembra averne fin troppe ormai. L'ha cercato e trovato.  


Mi dispiace 

Avevo la bocca dello stomaco piena di insulti... «lo mormora piano, sulla scia di quella che sarebbe dovuta apparire come una minaccia morta a ridosso delle scuse pronunciate da lui» Stai bene...


 Si. Per la prima volta in diciannove anni. « conferma, su quella constatazione che svaria nel circondario. Il capo reclinato sulla spalla mancina altrui, rigirato appena verso l'interno, pregno del profumo di lei, del calore di lei. 
 

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